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Si terrà domenica 7 aprile 2024 alle ore 19.30 al Teatro Comunale «Il Ducale» di Cavallino lo spettacolo teatrale «Don Tonino», portato in scena dalla compagnia teatrale La Busacca – Teatro Stabile del Salento di Francesco Piccolo. Ad organizzare la serata è il Comitato Feste di Castromediano Parrocchia “Mater Ecclesiae” con il patrocinio del Comune di Cavallino. La Busacca ha realizzato un lavoro teatrale minuzioso e attento, frutto di approfondite letture e di riferimenti biografici autentici. Non c’è una sola parola in tutta la messinscena che non appartenga o che non sia appartenuta a Don Tonino Bello. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

 

Don Tonino

 

Don Tonino un lavoro teatrale profondo e suggestivo

Il lavoro teatrale, dal titolo semplice ed essenziale, “Don Tonino”, portato da LA BUSACCA per la regia di Francesco Piccolo, ripercorre la vicenda umana e di fede di una delle voci profetiche più coraggiose e audaci di questi ultimi tempi. Don Tonino Bello è stato Vescovo di Molfetta, Presidente nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale è stata da sempre vissuta sulla scelta radicale degli ultimi, sul costante impegno per la promozione della pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà. Vita complessa e articolata quella di Don Tonino. Ricca, piena di fascino, ma anche di dolore, di incomprensione, di isolamento. Il Vangelo promosso e vissuto da Don Tonino è un Vangelo scomodo. Che urta, dà fastidio, guasta la digestione.

L’intero ordito drammaturgico è immaginato nella notte fra il 6 e il 7 Febbraio 1993. Don Tonino è ad Alessano. E’ gravemente ammalato. E’ tornato da Molfetta nella sua terra natale per recuperare un briciolo di energia dopo tre cicli di chemioterapia. E’ notte e fa freddo nel modesto interno di una casa di Alessano. Una luce fioca, una grande vecchia poltrona con un cuscino gualcito sulla spalliera e una coperta sul bracciolo. Da una piccola finestra filtra la luce della luna. La luce tenue del sogno e del ricordo. Appaiono i personaggi della storia. Non i grandi personaggi, che pure hanno incrociato la vicenda umana di Don Tonino, ma gli ultimi. I più poveri. Appare la madre, Maria. Esile, minuta, coi capelli bianchi tirati e raccolti in una piccola crocchia ordinata. L’infanzia, l’adolescenza, sono rivissute con tenerezza ma anche nella dolente e spietata cifra della povertà. Appare Don Tonino da giovane, forte, audace, coraggioso, pieno di futuro e di speranza. Tra i bagliori del ricordo ritornano figure inconsuete, mai visitate dalla produzione critica e saggistica su Don Tonino Bello. Elisabetta, la cameriera del baretto vicino a Via della Conciliazione a Roma. Massimo, il ladro ucciso a Molfetta nel Gennaio del 1986 e al quale Don Tonino dedicherà indimenticabili e coraggiosissime parole. Mohammed, clandestino, musulmano e povero. I giovani delle tante crociate di fede, delle innumerevoli marce della pace, delle appassionanti fiaccolate in nome della giustizia e della solidarietà. E poi una giovane giornalista che con Don Tonino condivise il viaggio a Sarajevo nel Dicembre 1992. Il viaggio dei cinquecento pazzi per la pace. Cinquecento pazzi che sfidarono le bombe e i cecchini.

Gli attori: Francesco Piccolo, Claudia Mancino, Ettore De Matteis, Sasy Piccolo, Mina Morciano, Sabina Donnicola, Giovanni Cordella, Stefania Bocco, Leonardo Avesani, Chiara Pantaleo, Medea Cerfeda, Clarissa Rosafio e Marina Malorgio si muovono nella rarefatta leggerezza del sogno e del ricordo. Una messinscena vibrante, densa, dirompente e soprattutto attualissima. Giacché Don Tonino Bello, insieme a David Maria Turoldo, al Cardinale Carlo Maria Martini è figlio di quella Chiesa del grembiule che nacque dal travaglio del Concilio Vaticano II. Lo scontro fra riformatori e conservatori. La dicotomia fra una Chiesa che intende fermare le lancette della storia e l’altra, reformanda, che invece vuole calarsi nel mondo, prenderlo per mano e guidarlo verso risposte di fede adeguate, compatibili con la realtà.

L’esperienza umana e di fede di Don Tonino Bello incontrò muri invalicabili. Lo scandalo del suo Vangelo gli creò non pochi problemi. Ma Don Tonino tenne duro. Perché era un ribelle, un eversivo. Come eversivo e ribelle, a suo dire, è stato Gesù Cristo. A vent’anni dalla morte, Don Tonino muore il 20 Aprile 1993, una messinscena della vita e del pensiero di questa nostra grande figura di salentino, ci appare come un atto dovuto, un irreprimibile desiderio di cercare risposte per dare risposte a tempi così difficili. Don Tonino sarà senza dubbio, se lo sarà, il primo Santo ribelle della storia.

Il sito istituzionale del Comune di Cavallino è un progetto realizzato da Parsec 3.26 S.r.l.

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